sabato 17 marzo 2012

Bisogna che lo stato si impogna sulla distribuzione di liquidità da parte delle banche

Faccio una breve considerazione, probabilmente sbagliata date le mie enormi NON conoscenze di economia. La mia idea, come si evince da precedenti post, non è quella statalista, però sono del parere che lo stato debba garantire il rispetto delle regole ma soprattutto impedire i monopoli e privilegi. Ora se lo stato o chi per lui immette soldi pubblici nel sistema bancario, lo fa per far si che quest'ultime possano dare i soldi, che esse stesse devono alle imprese(lo stato ha due miliardi di debito con quest'ultime) o per fare i mutui, insomma per i finanziamenti. In sintesi, tutto per tentare di far andare avanti l'economia ed  evitare che si fallisca.
Però se lo stato non si impone in modo che queste poi  concedano il credito,anziché tenerli per se per investirli nella  finanza o per altro, allora è totalmente inutile, anzi è una cosa che va a favorire le banche e peggiorare la crisi.
Questo porta a dire che bisogna rivedere il sistema per le autorizzazioni e il sistema di gestione bancaria del credito. Il nostro credito è ancora lo stesso di quando la banca d'italia stampava la moneta. Alla luce della struttura economica di oggi, che a mio parere è mal fatta(l'Italia prende  dalla BCE 10€, che non è la banca di uno stato e non è quello che era la Banca d'Italia. Quando va a restituirli ne deve dare 10 +6=16€), bisognerebbe,quindi, rivedere  alcune cose in un ottica più moderna.

2 commenti:

Ruggero de Francesco ha detto...

Purtroppo la cosa non è così ovvia;
innanzitutto, ammesso che sono d'accordo sul fatto che il mercato creditizio italiano vada rivisto, quello che proponi non può essere fatto per due ordini di motivi;
il primo è strettamente economico:i soldi dati alle banche dalla BCE mediante aste dopo il ribasso del tasso di sconto all'1% non sono per l'economia reale,purtroppo, ma per evitare quel credit crunch assurdo che si è posto in essere con la crisi. Le banche non si prestano i soldi tra loro, ed è quello che devono tornare a fare. Se, poniamo il caso, una banca prende 20 mld dalla BCE non è che non li dà perchè non vuole immetterli nell'economia reale, ma perchè ha un buco di 15 mld nei confronti di un'altra banca! Questa situazione è comune a tutti gli istituti di credito, finchè non risaldano fra loro i debiti preesistenti, ritornando a garantire una solvibilità credibile, l'economia reale non avrà un centesimo dalle banche, che non devono crollare,pena il crollo di tutto un sistema (non di una sola impresa). Senza contare che le imprese ora chiedono soldi alle banche non per produrre, ma per non saltare in aria, ergo non danno garanzie.
L'altro motivo è più strettamente giuridico, le banche, anche se particolari, sono società per azioni, con alcuni vincoli pubblicistici è vero, ma hanno la loro autonomia decisionale privatistica, ergo lo stato non può e non dovrebbe imporre nulla!Altrimenti si tornerebbe alla pubblicizzazione settoriale che c'era dopo la l. Bancaria del 1936!

Giovanni Maria Petrella ha detto...

Il problema sta proprio quì. I soldi io(stato, BCE, chi per loro) te li do di modo che tu possa risolvere i tuoi problemi di credito cosicché poi si possa tornare a una situazione in cui si può intervenire sull'economia reale. Ma se la banca invece di fare questo, va ad usare quei soldi per andare a prendere dei titoli che stanno all'8% di rendimento, con la speranza di fare la cresta su quello che ha ricevuto e di fare la cresta sulla crisi stesssa e quindi sulla pelle nostra, allora incomincia ad essere una cosa fastidiosa. Anche perchè in questo modo si entra in un circolo vizioso che fa si che siamo sempre allo stesso punto, anche se l'intervento per fermare o almeno rallentare la caduta è stato fatto. Poi purtroppo i dettagli non li conosco, io ho ricevuto questa informazione l'ho riportata, un po'incavolato devo dire.