sabato 15 dicembre 2007

La politica

Aristotele afferma che l'uomo è"un animale politico".diceva ciò poichè aveva notato che nei comportamenti dell essere umano uno dei bisogni più elementari,oltre al mangiare, all'aver bisogno di calore, al riprodursi ecc... C'è anche l'organizzare uno stato.Difatti un uomo non è un vero uomo senza lo stato, poichè l'essere umano senza la società è come un qualsiasi altro animale.Certo può comunque guidare una macchina,pensare, inventare,ecc...Ma la civiltà,il grado di civilizzazione è dato all'uomo dall'organizzazzione di uno stato.Platone,maestro di socrate,nel dialogo "La Rpublica"oltre al famopsissimo racconto della caverna, cita anche come dovrebbe essere uno stato ideale e lo divide in tre parti:Reggitori,guardiani e artigiani(fra gli artigiani poneva anche mercanti ecc...),nel quale ogni parte deve cooperare con l altra , poichè solo in questo modo lo stato diviene uno stato funzionale.Aristotele invece cita tre diverse organizzazzioni di stati: La prima è la monarchia,dove deve esistere un unico capo supremo,però spesso degenera nella tirannide,dove il sovrano opera a proprio ed esclusivo vantaggio.La seconda è quello rappresentato dall'aristocrazia,cioè dal governo di un gruppo ristretto di individui,ma anche questa ha un lato negativo,perchè può divenire un oligarchia dove si salvaguardano solo gli interessi di quel gruppo ristretto di persone.Poi descrive un tipo di stato, che lui chiama "politìa" cioè quando è la massa a reggere il governo, ma può diventare democrazia cioè un governo dove la maggioranza vince anche se fa cose errate(come quando ad atene votarono per la condanna a morte di Socrate e uccisero il migliore fra loro).La politica perciò è semplicemente il modo di organizzare uno stato che però deve essere fatta da persone che devono essere in grado di capire cosa accadra in futuro,come evolverà la socetà, cioè, come dice il mio professore di filosofia"lapolitica è il futuro appreso in pensieri".Difatti un uomo che non è in grado di capire cosa accadra dopo è destinato a organizzare in modo fallimentare la società o farla rimanere indietro rispetto alle altre.

sabato 8 dicembre 2007

Cos'è la libertà?

Comincio nel dire che esistono due tipi ben distinti di libertà, una di tipologia morale e una fisica.Quella morale consiste nella esenzione dalla necessità di sottostare a una legge o un comando superiore; però questo tipo di libertà è,come sappiamo,limitata dalla legge naturale, divina ed umana,che ci viene data dall'etica.
La libertà fisica è il distaccamento dalla necessità fisica: cioè o l'assenza della necessità fisica esterna,per esempio la costrizione,o la libertà d'indifferenza,cioè il libero arbitrio, ovvero l'satto contrario di quella sopra descritta,cioè l assenza di necessita fisica interna, per esempio il voler compiere o non compiere un azione, la libertà di scelta.Quest'ultima si manifesta con la volontà,che però non è presente in tutti gli uomini,poichè essa esiste solo se l'uomo è in possesso della ragione. Essa non si manifesta in tutti gli atti che un uomo compie usando la ragione,ma solo in quelli che hanno come fine ultimo un bene finito.
Come si può constatare dai media,e leggendo qualche libro,vediamo che tutti parlano di libertà e dicono di aspirare ad essa, ad esempio:"evviva il comunismo e la libertà"che è un pò contraddittorio, per non parlare di"fascismo e libertà",oppure "giustizia e libertà" ecc...Però nessuno ha una vaga idea di cosa sia la libertà.Questo è dimostrato dal fatto che ognuno interpreta la libertà come più gli fa comodo.
La liberta è pura e semplice astrazione.Ma per dirla tutta,anche se è un pò duro, è che la libertà assoluta senza alcun controllo è in maggior parte violenza, poichè la libertà non limitata va in opposizione alla libertà degli altri, per esempio la libertà dell'industriale è in conflitto con quella dell'operaio,quella del commerciante è in contrapposizione con quella del cliente ecc...Perciò si può dire che la libertà se non curata genera schiavitù, poichè essendo in gran parte violenza essa genera servitù. Come in tutti gli opposti,dunque fra servitù e libertà c'è uno stretto legame,come per la notte e il giorno il legame è la luce che li definisce a seconda della sua assenza o presenza, o anche come per due avversarì che si combattono il loro legame è proprio il lottare, così anche per la libertà e servitù.Inoltre così come il bene definisce il male, e il giorno definisce la notte, così anche la servitù definisce la libertà, non può esistere l una senza l altra.
Quando un uomo dice che è libero di fare qualcosa, noi concepiamo implicitamente l idea di potere,infatti un uomo non è libero di volare, poichè esso non può volare. Quindi essa è l'avere il potere su se stessi, ma anche su gli altri,perchè se io prendo una pistola e la punto contro un uomo ho il potere e la libertà,in assenza di legge, di agire su di esso, negando la sua libertà nell' aggire su se stesso;questo per riprendere il concetto della libertà in contrapposizione con quella degli altri.Di fatti il potere di un solo uomo può comportare la schiavitù di molti,però se la libertà è coltivata può non avere tutti questi effetti negativi.
Per coltivata non intendo dire che la libertà va limitata, ma semplicemente che la libertà va distribuita in un modo eguale per chiunque,perciò non esiste la libertà, ma la pratica di essa,cioè il cercare di distribuirla in un modo equo, in modo da non creare degli squilibri in cui un uomo può privare della libertà un altro.